Dagli all’untore!

March 27th, 2012 § 0 comments

Capri espiatori contemporanei.

Il meccanismo sociale attraverso il quale, nei secoli, innumerevoli comunità umane hanno costruito un capro espiatorio su cui rovesciare rabbie e paure è ben noto. Qualcuno ( a volte completamente innocente, a volte colpevole ma per colpe molto più banali ) per un insieme di circostanze – occasionali o ben volute dal Potere – diventa agli occhi della maggioranza il responsabile di tutta una serie di drammi, disastri, tragedie, crimini. Vi è una funzione “sfogatoria” in questo suo ruolo: un gruppo sociale non riesce “strutturalmente” a difendersi da una minaccia o da un pericolo e tutta quell’angoscia si riversa, ben guidata da gruppi interessati, su qualcuno da sacrificare. Da punire. Da maledire. Da fare a pezzi. Da distruggere. Un tempo i capri espiatori erano gli eretici, gli untori, i dissacratori dei “supremi valori”; ma anche interi popoli, etnie, gruppi politici. E i roghi, gli smembramenti, le impiccagioni erano grandi spettacoli pubblici molto popolari che concludevano narrazioni orrende e tenebrose.

Nella seconda metà del Novecento parve, quanto meno nel mondo sviluppato, che questo meccanismo venisse utilizzato in misura minore. Il conflitto della Guerra Fredda sembrava portare soprattutto su un livello politico, forse molto sanguinoso ma meno irrazionale, la ricerca del “colpevole” dei guai generali. In ogni caso, alle costruzioni di capri espiatori importanti settori della società reagivano criticamente.

Da una ventina di anni invece sta tornando ad essere un format fondamentale delle grandi narrazioni sociali. Ogni giorno qualcuno, ormai, porta la colpa dei malesseri delle “invasioni di locuste” contemporanee  o delle improvvise moderne pestilenze. Se questo qualcuno non ha una sufficiente forza o non gode di sufficienti protezioni per opporsi alla stigmatizzazione dei media o delle istituzione del Potere, ebbene, costui non ha speranza, la Colonna Infame è già pronta per lui ( o per loro ).

Negli ultimi anni Rom, Romeni, Albanesi, lavavetri, Vu Cumpra’, clandestini, mussulmani sono stati via via i capri espiatori ai disastri del potere politico e delle sue ruberie. Il Potere ti ha continuato a dire di guardare in basso – e di vedere in loro le cause dei disastri sociali, della violenza, della ingiustizia – e mai in alto, nelle classi dirigenti corrotte e violente. E soltanto gruppi ristretti della società cercavano di opporsi a queste narrazioni che, basandosi spesso su dati parziali o inessenziali, indicava di volta in volta “mostri” da schiacciare ( e spesso venivano schiacciati per davvero ).

Ma ormai la “domanda sociale di capri espiatori”, alimentata da un malessere che appare irreversibile e ben nutrita dalle classi dirigenti, risulta insaziabile. E tanto più le aree di crisi si diffondono e si articolano, tanto più l’offerta di capri espiatori si deve specializzare. Al disastro delle infrastrutture si risponde con la criminalizzazione dei No Tav; alla crescita degli squilibri sociali si replica con la carcerazione di massa ( un problema di tutto l’Occidente: i detenuti si sono moltiplicati per tre-quattro volte con meno reati ); all’insicurezza pubblica con la creazione di nemici lontani da fare a pezzi; alla bancarotta economica con la stigmatizzazione dell’egoismo sociale (!) dei pensionati o dei lavoratori dipendenti.

La costruzione del “mostro” Brega Massone sembra, per molti aspetti, ripercorrere le stesse millenarie regole. Per salvare quello che potrebbe apparire un sistema sanitario strutturalmente malato si costruisce, con maggiore o minore lucidità e coscienza, una grande orrorifica narrazione che identifica un “infame” sulla cui mostruosità deviare la rabbia generale ( e a questa operazione sembrano partecipare in molti, a volte forse con consapevolezza ma più spesso con semplice disattenzione, ingenuità, abitudine professionale, subalternità a strutturazioni ideologiche collettive, malinteso e decontestualizzato senso etico ). Per saperne di più – e giudicare davvero con la propria testa, fuori dalle deformazioni mediatiche – val la pena di ascoltare il processo su Radio Radicale  - http://www.radioradicale.it/searchx/www?scope=1&query=brega%20massone&groups=22,21,24 - e leggere il libro edito da Paginauno di Giovanna Cracco e Giovanna Baer –  http://www.edizionipaginauno.it/santa-rita-brega-massone-giovanna-cracco-baer.php ).

Noi dobbiamo accettare l’idea di vivere ancora – o di nuovo – immersi in narrazioni criminalizzanti, spesso costruite con abilità, a volte straordinariamente rozze, proprio come al tempo della caccia alle streghe o agli untori. Narrazioni di cui si perde, nell’inflazione informativa, il filo logico e delle quali non si riesce più a identificare gli autori. E per questo, per difendere il vero “bene pubblico”, dobbiamo sempre cercare di smontarle là dove sono infondate, rimanendo costantemente animati da un forte spirito critico.

Tagged , ,

Comments are closed.

Cos'è questo?

State guardando Dagli all’untore! nel Davide Pinardi.

meta