Narrazioni e verità (II)

May 21st, 2011 § 0 comments

Il problema è molto concreto.

Ogni giorno tante persone mi raccontano qualcosa, di piccolo o grande, affermando che quanto loro mi stanno dicendo è assolutamente “vero” e che dunque io devo aver piena fiducia in loro: votare per loro, fidarmi di loro, credere in loro, mangiare la loro pagnotta, dar loro dei soldi… Ma come faccio a sapere se questi loro racconti sono proprio “veri” o sono invece “falsi” e, di conseguenza, come posso avere fiducia o meno in queste persone?

Insomma, la questione della verità e dei criteri per cercare di riconoscerla non è una faccenda astratta, una sofisticheria intellettuale. Ne va della mia esistenza giorno per giorno.

Come argomentato nel post precedente intitolato Narrazioni e verità (I), noi non viviamo nella realtà. Non abbiamo modo di conoscere con certezza ciò che ci circonda perché ci è impossibile crearcene copie mentali esatte, replicabili come un file digitale. Esistono invece, certamente, delle narrazioni di realtà. Io non conosco nulla per quello che è ma solo per come mi viene narrato. Noi dunque viviamo in un universo di narrazioni, non in un mondo di realtà. ( Sono un po’ sbrigativo ma un post non deve essere troppo lungo…).

Passiamo ora alla questione della verità.

Alla parola verità vengono date, di norma, due definizioni.

Nel primo caso la verità sarebbe ciò che “corrisponde alla realtà”.

Nel secondo sarebbe ciò che è “conforme a delle regole logiche di pensiero”.

Se restiamo alla prima definizione e teniamo presente quanto detto sopra, non c’è speranza. Visto che nulla può essere confrontato alla realtà ma soltanto alla sua narrazione, la verità non esiste. In effetti, come posso affermare che la deposizione di un testimone, la requisitoria di un accusatore, gli studi di un economista, le ricostruzioni di uno storico, le analisi di un politico, le interpretazioni di un docente ecc. sono vere se, in ogni caso, non possono essere verificate con la realtà alla quale pretendono di riferirsi perché quella realtà non è conoscibile? Posso paragonarle con altre narrazioni che si riferiscono alla stessa pretesa realtà, ovviamente. Ma nessuna di esse può arrogarsi il diritto di essere vera contro le altre.

Sorge allora un dubbio terribile: noi viviamo dunque in un universo di narrazioni tutte ugualmente false o parzialmente vere ma in una misura variabile e che non potremo mai stabilire con certezza? Siamo imprigionati quindi in un mondo di rappresentazioni ugualmente insignificanti, o banali, o prive di valore assoluto? Dobbiamo rassegnarci al fatto che queste narrazioni risultano inevitabilmente subalterne ai rapporti di forza della politica, dei gruppi di interesse, delle ideologie?

No, non necessariamente. Qualche speranza forse esiste…

( a suivre )

 

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Cos'è questo?

State guardando Narrazioni e verità (II) nel Davide Pinardi.

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