Standard & Poor’s, Moody’s e altre narrazioni.

June 14th, 2011 Comments Off

I dubbi fanno bene

Provate ad affermare in pubblico che non esiste una realtà oggettiva. O, per meglio dire, che nessuno può sapere con certezza che cosa sia la realtà ( o che cosa siano “i fatti”) e che quindi noi, di essa, possiamo costruirci soltanto delle rappresentazioni mentali. Molto spesso qualcuno si alza un po’ sorpreso e un po’ insofferente. Indica un oggetto vicino a lui, magari una sedia, e sbotta “Ma quella sedia esiste o no?” Ovviamente gli si risponde di sì. E allora lui prosegue: “Dunque se esiste è reale, e se quella sedia è reale questo vuol dire che esiste una realtà oggettiva. Tutto il resto sono sofisticherie…”

A parte la considerazione riduttiva che la sedia potrebbe essere uno scranno o uno sgabello ( ma queste sono questioni linguistiche…) nella vita quotidiana ci è abbastanza facile verificare con continuità l’adeguatezza delle nostre rappresentazioni mentali. Finché possiamo continuare a sederci su quella “cosa” che chiamiamo sedia la continueremo a chiamare sedia. Ma dal momento in cui non sarà più possibile sedervicisi sopra essa smetterà di essere una sedia: insomma, il suo essere oggettivamente una sedia dipende dalla nostra esperienza soggettiva nel poterla continuare a usare come tale. La soggettività si affermerà poi prepotentemente nel poterla definire morbida o dura, leggera o pesante, comoda o scomoda… E in ogni caso, meglio controllare che una sedia sia ancora al suo posto prima di sedersi.

Appena però ci allontaniamo dalla vita quotidiana e immediatamente riscontrabile con verifiche pratiche tutto si fa immensamente più complicato. Per esempio, il fatto che la Grecia stia per fallire è reale o no? Chi lo dice? Chi è in grado di sedersi sopra la “sedia greca” e dire: “Sì, confermo che è una sedia greca” oppure “No, non è una sedia greca”?

Che la Grecia stia per fallire lo affermano le agenzie di rating internazionale ( tutte nordamericane, tutte a due vie di distanza da grandi fondi di finanza derivata… ). Con toni oracolari costruiscono, per esempio, delle grandi rappresentazioni convergenti di un Paese al tracollo e le diffondono con solerte continuità affermando che si limitano a raccontare “la realtà”. E ci spiegano che fanno tutto ciò per noi, per difendere i nostri soldi. Ebbene, sarebbe il caso di dubitare di queste “realtà” e considerarle soltanto narrazioni. Narrazioni costruite con furbizia, ovviamente, non da degli sciocchi. Non sono dei pazzi che si dedicano a dimostrare che la Luna è quadrata. No, scelgono chi è già debole e lo narrano con ricchezza di dettagli come moribondo. Chi dunque mai farà dei prestiti a un debitore probabilmente moribondo? Il moribondo dunque morirà. Sono le narrazioni che si autoasseverano. Narrazioni che, molto spesso, vogliono semplicemente deviare il corso del fiume per portare più acqua nel proprio campo. Anche se questo causerà una spaventosa siccità in quello del vicino. Ma siccome quello non può ribellarsi perché è più debole, peggio per lui…

Insomma, il fiume c’è ma il suo corso è tutto da stabilire. E quando qualcuno ci parla di realtà e noi non possiamo toccarla con mano, meglio iniziare a nutrire qualche dubbio.

 

 

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Cos'è questo?

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