May 10th, 2011 § Comments Off § permalink
Si tratta di una rivoluzione.
O comunque di un “cambio di paradigma”. Prima di Gutemberg le narrazioni erano prevalentemente orali, la scrittura le fissava raramente perché ogni scritto era un prodotto singolo, o comunque rarissimo, molto costoso, di difficile trasporto. Le narrazioni orali apparivano stratificate, metamorfiche, plastiche ( a meno che un preciso canone poetico le rendesse facilmente memorizzabili ). Ognuna di esse si contaminava con quelle vicine, si confondeva, si compenetrava. Non esisteva una narrazione originale bensì un flusso narrativo che discendeva da alcuni spunti primigeni e si sviluppava progressivamente per aggiustamenti, correzioni, adattamenti funzionali al potere dominante o ai contropoteri di opposizione. Queste narrazioni non avevano l’obiettivo di essere coerenti ma di presentarsi come emozionanti, coinvolgenti, motivanti, ripetibili.
Poi, con Gutemberg, le narrazioni iniziano a fissarsi con facilità sempre maggiore. Diventano via via più stabili, più autonome, più rigide. Si afferma una visione che le descrive come “parabole” che hanno un principio, uno sviluppo e una conclusione. Emerge l’idea di un autore individuale, servo del potere o suo fiero oppositore, influenzato dagli altri narratori ma comunque diretto e cosciente protagonista della creazione della sua opera nella sua interezza. E le sue narrazioni godono del diritto d’autore.
Ora siamo entrati decisamente nell’epoca post-Gutemberg. Il passaggio, iniziato qualche decennio fa, appare sempre più veloce. La prima multimedialità, quella cinematografica, per problemi di costi e di impegno realizzativo, appare ancora in era Gutemberg. Ma con la seconda multimedialità, quella televisiva, la dimensione delle narrazioni stabili e “paraboliche” ha iniziato a entrare in crisi. Si è progressivamente ritornati al flusso continuo, a una narrazione simile a quella orale che procede giorno per giorno, come una corrente perenne che trascina con sè ogni genere di materiale e lo fa proprio. Ora, con la Rete – la terza multimedialità – le narrazioni strutturate decadono e e tutto si trasforma in aggiunta, adattamento, analogia. Come in una fiera medievale animata e agitata dalle voci che si sovrappongono, oggi qualunque narrazione si afferma come multiautoriale, frutto di apporti progressivi piccoli e grandi. Non patisce più l’incoerenza perché si dichiara come un work in progress. Appare come un frutto democratico di mille voci che si autocorreggono. Sembra sterminata, affascinante, onnicomprensiva. Viene percepita come gratuita, proprio come le epopee raccontate dagli anziani davanti ai focolari…
Ma i Poteri sono lì che vigilano. Come gli armigeri del feudatario, che girando tra le bancarelle del mercato arrestavano chi alzava troppo la voce o raccontava storie non raccontabili e lo facevano sparire per sempre, i Poteri controllano. E decidono a chi dare il megafono nel vociare confuso, decidono come indirizzare il flusso della corrente, decidono a chi non deve essere permesso di parlare. Ci vorrà del tempo per trovare i modi per contrastare il loro monopolio.
http://www.ilmanifesto.it/archivi/fuoripagina/anno/2011/mese/05/articolo/4690/
January 30th, 2011 § § permalink
Narrare. Dall’Odissea al mondo Ikea
Una riflessione teorica. Un manuale operativo
Questo saggio/manuale di narrazione traccia le linee fondamentali, teoriche e pratiche, che è bene conoscere per scrivere, raccontare e costruire una storia oppure per decrittare le molteplici “narrazioni nascoste” che caratterizzano la società umana.
Le mitologie classiche e le saghe nordiche. Le parabole bibliche e i paesaggi danteschi. I grandi cicli pittorici e le visioni escatologiche. Le tragedie shakespeariane e i romanzi dei grandi dell’Ottocento. Sono tutte narrazioni.
Proprio come le analisi sociologiche e le teorie scientifiche, le ricostruzioni storiografiche e le visioni della politica, i sogni del cinema e i paradisi del marketing. E anche le requisitorie nei processi, le cronache giornalistiche, i telegiornali, i format televisivi… Dunque tutte narrazioni, di invenzione o di realtà. Oppure che mescolano invenzione e realtà in formule sempre nuove, spesso difficili da riconoscere.
Narrare non è soltanto inventare mondi ipotetici, costruire dimensioni fantastiche, raccontare storie immaginarie: è anche descrivere, raffigurare, trasmettere mondi reali, assolutamente terreni. Narrare significa comunicare agli altri le proprie rappresentazioni virtuali e materiali: quelle di fantasia e quelle concrete, quelle infinitamente piccole e quelle immensamente grandi. Grazie alle narrazioni tutti noi, esseri umani, edifichiamo le nostre strutture identitarie, quelle personali come quelle collettive. Attraverso le narrazioni ricostruiamo i mondi del passato che ci hanno originato, analizziamo i mondi del presente in cui dobbiamo vivere, progettiamo i mondi del futuro che vogliamo realizzare. Per esistere, dunque, abbiamo un bisogno assoluto di dare e ricevere narrazioni.
Ma quali sono le regole basilari di questo continuo processo umano che produce rappresentazioni e le comunica?
In questo saggio si analizzano le fondamenta e i vincoli di ogni genere di narrazione: dalle mitologie della classicità alle icone della contemporaneità, dalle seduzioni di coppia alle suggestioni di massa.
January 30th, 2011 § § permalink
Il mondo narrativo
Quando si narra una storia si compiono due operazioni: da una parte si racconta una storia, dall’altra il mondo in cui essa si svolge. In sostanza, la storia e il mondo nascono e crescono in un rapporto di stretta interdipendenza: le storie permettono di esplorare e di far conoscere i mondi, i mondi dando originalità e concretezza alle storie. Gli uni hanno bisogno delle altre, e viceversa. Questo testo focalizza l’attenzione sul secondo – e più trascurato – elemento della narrazione: il mondo, al fine di darne una definizione e di proporre un metodo utile a costruirlo.
Che cos’è dunque un mondo narrativo? Come lo si può costruire? Come lo si deve presentare? Queste le domande a cui il volume intende dare una risposta. Il lettore viene così introdotto – dapprima con una riflessione teorica e tecnica, quindi con analisi, esempi, griglie di lettura, proposte di esercizio – all’interno di una visione della narrazione, che gli permetterà non soltanto di formarsi un compiuto quadro concettuale della tematica, ma soprattutto di padroneggiare un concreto metodo operativo utile a dar corpo agli ambienti e ai personaggi di una storia. Un metodo applicabile a ogni tipo di narrazione, indipendentemente dal medium prescelto (letteratura, televisione, cinema, teatro, fumetto, pubblicità).