Web-Idiocy or History-Ignorance?

June 30th, 2011 § 0 comments

L’Hi-tech rende liberi ( soprattutto i poteri forti)

Ma la Storia del Novecento qualcuno l’ha raccontata ai super-ottimisti tecnologici, quelli per cui il Web libererà l’umanità o quasi? Qualcuno ha detto loro dell’infinità di falsificazioni, di deformazioni, di provocazioni a fini politici che ha caratterizzato il secolo scorso? O credono alle bubbole della lotta per la libertà condotta delle nobili e trasparenti democrazie atlantiche fino a sconfiggere prima il nazismo e poi il comunismo?

Il secolo scorso ha portato ad alcune straordinarie rivoluzioni tecnologiche: telefono, radio, cinema, televisione. Ma il tasso di disinformazione non è diminuito. Forse è aumentato.

Ma che idea si è fatta della Storia questa gente? Pensa che sia un buco nero di primitività e di rozzezza dal quale adesso emergiamo finalmente alla luce della conoscenza libera e diffusa garantita dalle nuove tecnologie informatiche? Pensa che i cattivi siano soltanto dei rozzi primitivi residui del vecchio mondo che non sanno navigare liberi in Internet mentre i buoni invece sì che sono moderni e per questo, con la loro onestà, cambieranno il mondo?

Ebbene, sarebbe il caso che capissero che, nella Storia i potenti hanno sempre usato le nuove tecnologie per difendere il loro potere e l’hanno ceduto soltanto quando altri – vincendo in una diretta contrapposizione politica – sono riusciti a ribaltare i rapporti di forza esistenti. E’ stato così in passato e sarà cosi anche in futuro. Come accadrà in quest’epoca è impossibile dirlo. Ma accadrà qualcosa del genere, prima o poi. E non sarà merito della “trasparenza” di Internet bensì delle lotte, dei conflitti politico-sociali, delle contrapposizioni di interessi di classe ecc.

Una tecnologia infatti non ribalta, di per sé, i rapporti di forza esistenti tra le forze sociali. Piuttosto trasforma le caratteristiche di questi rapporti, li disassembla per poi ricomporli in modo differente. In ogni caso le classi dominanti cercano di indirizzare queste trasformazioni a proprio favore, non in direzione del “bene e del giusto universale”. Il web cambierà le modalità dello scontro ma questo non diventerà una nobile tenzone sul piano informativo tra buoni e cattivi, tra moderni progressisti che sanno usare il computer e vecchi conservatori analfabeti informatici.

Quanta serena idiozia si nasconde nelle convinzioni che fanno del web una “democrazia piatta” dove finalmente tutti saremo uguali nella nostra possibilità di accesso alle informazioni e di loro produzione. Quanto assomiglia a quella ideologia liberista che idolatra il mercato dove “tutti saremmo uguali, tutti consumatori uguali” (ma purtroppo non è così ). Quanta cecità sulla forza dei nessi, inscindibili e perversi, tra mercato e politica ( e dunque tra rete e interessi politico-economici ).

I servizi segreti sono molto più abili e intelligenti di quanto questi cyber-ottimisti pensino. Loro, che pensano di essere furbi, ritengono che gli altri siano dei cretini. Centinaia di migliaia di spie informatiche si girerebbero i pollici senza sapere come fare mentre i blogger, liberi e belli, informano il mondo finalmente con onestà…

La CIA, un tempo, pagava le tournee dei jazzisti neri che venivano in Europa affinché diffondessero inconsapevolmente, tra gli ambienti di sinistra, la convinzione che gli Stati Uniti erano vitalmente creativi e dunque molto meglio della buia alternativa comunista ( e la stessa cosa fu fatta con il cinema, con l’arte moderna e con altri mezzi molto più sporchi : insomma, quasi mai agivano alla luce del Sole ).

Adesso i servizi di sicurezza occidentali ( e non soltanto occidentali ) creano o sostengono blogger d’opposizione e e finanziano le organizzazioni non-governative ( quelle che servono ) i movimenti critici ( che criticano quello che vogliono loro ), le spinte antiautoritarie ( dove le autorità danno fastidio, non quelle che vanno bene ) le minoranze ( quando sono scomode agli altri perché quelle scomode a loro sono negate, criminalizzate  o combattute come terroristiche ). La politica estera ora si fa anche con il web, gli scontri diplomatici si combattono sul “chi controlla quali notizie devono diventare importanti e quali devono essere ignorate”: naturalmente tutto ciò avviene senza che tanta parte dei navigatori – odierne anime belle – se ne accorgano o ci capiscano nulla. Loro hanno bisogno di una firma per capire chi c’è dietro. Ma la firma, sul web, non c’è quasi mai, e se esiste è spesso falsa.

Con Google, Facebook e cloud computing stiamo arrivando a un autentico paradosso ( e questo sì per la prima volta nella Storia ): gli I-Idiot compilano contenti la propria cartella personale negli archivi delle polizie segrete e lo fanno con solerte precisione.

( Ovviamente nel web e nei suoi interstizi è anche possibile trovare informazioni preziose e notizie utili, come dice Alesteve. Ma bisogna fare molta attenzione, e moltiplicare i riscontri, e porsi sempre la domanda: “Cui prodest?”)

Doppiozero

Il Manifesto

El Pais

Famiglia Cristiana

The Guardian

Liberazione

 

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